Benvenuto Donatore o futuro Donatore ....


...questo è il blog dell'Avis di Parma; potete trovare informazioni su Eventi, Comunicati, Aspetti sanitari e ogni Novità che riguardano il mondo Avis e i fantastici Donatori di Sangue. Vi invitiamo a lasciare vostri commenti; sono ben accette opinioni e nuove idee... parliamoci !!


martedì 30 settembre 2008

AVIS e ADMO, insieme è più semplice !





Dallo scorso Novembre, in collaborazione con AVIS e il Servizio Immuno Trasfusionale dell'Ospedale di Parma, è possibile effettuare gli esami per l’iscrizione al Registro Italiano Donatori Midollo Osseo, congiuntamente alla donazione di sangue, prenotando telefonicamente con un anticipo di 10 giorni al seguente numero telefonico : 0521.272571 dal lunedì al venerdì dalle ore 8,15 alle ore 13,15, oppure inviando una e-mail di richiesta all’indirizzo : info@admoemiliaromagna.it, limite anagrafico per Iscrizione al Registro: anni 40.

Visita il sito dell'Admo nei nostri link a fianco ..

lunedì 29 settembre 2008

Donne in Avis...



Donne in Avis nazionale.

Tra “gioie e dolori”. Perché, lo si voglia ammettere o meno, per un consigliere in gonnella più si sale… e più la strada si fa tortuosa!
L' abbiamo chiesto a due delle cinque rappresentanti del “gentil sesso” in seno alla nazionale: Maruska Fusini e Jessica Vallorani.
Ha 37 anni, un bimbo di 20 mesi, unica donna in un'azienda che opera in un settore prettamente maschile, Maruska è responsabile del Forum Donne in Avis che da qualche anno affronta ed approfondisce tematiche legate proprio al ruolo femminile nel volontariato e nella società.
“Il posto che la donna occupa oggi in Avis è certamente maggiore rispetto ad appena qualche anno fa, quando 5 consigliere nazionali non sarebbero state nemmeno ipotizzate.
Ma siamo ancora poche e molte cose ancora devono cambiare per arrivare ad una presenza femminile di un certo peso. Non a numeri (non credo alle quote rosa a tutti i costi), ma a
possibilità di esprimere le proprie capacità senza alcuna distinzione o limitazione legata al sesso. E per limitazioni non intendo impossibilità a parlare, sia chiaro: in 18 anni di Avis non mi sono mai
scontrata con nessuno perché donna! Intendo, invece, tutti quegli aspetti della vita associativa che sono ancora legati al passato: gli orari impossibili delle riunioni, l'abitudine a non concludere in tempi brevi ma a “maturare” e a dilatare nel tempo le decisioni, l'impossibilità di portare con sé i bambini, tanto per fare alcuni esempi. Una condizione che se a livello comunale non crea particolari problemi (la donna è vicina a casa), già si fa sentire a livello provinciale per diventare sempre più complessa a livello regionale e nazionale. E così qualche donna, tra lavoro, famiglia e volontariato, è costretta a lasciare quest'ultimo! Occorre, invece, fare dei passi in avanti per dare a tutti le stesse possibilità, perchè se una donna vale e vuole contribuire alla crescita dell'Avis, possa essere messa nelle condizioni di farlo”.

Perfettamente in linea con quello di Maruska, è il pensiero di Jessica, 33 anni, segretaria di produzione in una radio, responsabile dell'Area organizzazione e in particolare del rapporto con le Forze Armate, con Telethon e con le associazioni sportive, nonché unica donna nell'Esecutivo.
“L’Avis è ancora un po’ di impronta maschile. Le necessità e i vincoli per una donna sono diversi da quelli degli uomini, e anche se abbiamo entusiasmo, idee e voglia di fare ci dobbiamo scontrare con il fatto di avere molto meno tempo materiale da dedicarvi. Io non ho mai avuto problemi di espressione per il fatto di essere donna, ma limitazioni sì perché lavoro ed affetti sono difficili da
conciliare con gli orari della nazionale. Penso ad esempio alle riunioni nel tardo pomeriggio, mentre si è ancora al lavoro, penso alle giornate intere di riunioni a scapito dei propri affetti.
Dobbiamo modernizzare l'Avis ed applicare tutte quelle forme di comunicazione nuove che ci sono, e possono sveltire il lavoro di tutti. In Avis si è abituati a parlare molto, tutti hanno sempre qualcosa da dire.. e il tempo passa. Noi donne siamo abituate a seguire così tante cose ogni giorno che, per natura, siamo più concrete e forse in questo sta tutto il nocciolo della diversità tra la visione femminile e maschile del volontariato, di tutto il volontariato e di tutte le associazioni, salvo quelle fondate da donne ovviamente. Esiste un diverso modo di affrontare le cose, di concludere, di arrivare a concretizzare le tante parole! E non sto dicendo questo perché vogliamo prendere il posto degli uomini! Personalmente non è la poltrona che mi interessa, ma lo spazio, la possibilità di essere messa nella condizione di continuare a fare anche a livello nazionale quello che ho sempre fatto finora, lavorato con passione per la nostra associazione.
Se uniamo le qualità degli uomini alle qualità delle donne l'Avis è destinata a grandi cose”.

venerdì 26 settembre 2008

Aiuto la donazione !!! Coraggio, superiamo le paure...







A cura di Maurizio Vescovi, medico e donatore di sangue

Ci sono timori, a volte vere e proprie angosce che riducono le adesioni degli aspiranti donatori.
È vero: chi s'interessa di donazione di sangue ed emocomponenti, avendo vissuto lunghi tratti di vita nell'AVIS, sa bene che alcune "paure" possono tenere lontani possibili aspiranti donatori. È auspicabile che si riesca a parlare di questi problemi che coinvolgono anche aspetti psicologici, con chiarezza e tranquillità. In tal modo si potrebbero ricondurre ad una giusta dimensione. E' pur vero che donando sangue si fa comunque un regalo e che ogni regalo per avere valore deve costare un po' di sacrificio.Il sacrificio della”paura”.Un bel risultato anche per la propria autostima. Talvolta si dona il superfluo, ma col proprio sangue si regala una parte di sè, significativa ed importante.Se si è fra commensali a tavola si regala qualcosa che è “nel” proprio piatto, non si regala quello che cade casualmente dal piatto.Non si regalano le briciole o ciò che “scartiamo”. Ciò nonostante sarebbe sicuramente importante che i donatori attivi facessero sapere alle associazioni dei volontari del sangue quali sono le paure e i timori che hanno costituito ostacolo iniziale alla loro adesione all' AVIS. Resta comunque interessante esaminare insieme, prendendo spunto da un documento delle Blood Banks quali siano le paure più diffuse fra gli aspiranti donatori. Si possono così citare:
La paura del procedimento di prelievo. Si tratta di un normale prelievo nella manualità pratica.
La paura dell'ago e della puntura venosa. In realtà nei Centri Trasfusionali l'abilità del personale sanitario è solitamente molto elevata. A ciò si aggiunge la qualità degli strumenti che rendono il procedimento tranquillo. Da medico ho sempre usato il sistema di riferire esattamente quello che accade all'aspirante donatore alla prima donazione: è assolutamente indispensabile riferire che l'ago è di calibro lievemente superiore, ma che ciò nonostante il prelievo è un'operazione tranquilla. Comunicare sempre e comunque l'assoluta verità ai nostri donatori è già un procedimento in sè ansiolitico. E' ovvio che resta il buco dell'ago, che non è piacevole, ma per chi ha la motivazione giusta è cosa da nulla! La vista del sangue. Non è raro che alcune persone riferiscano di aver timore della vista del sangue. Val la pena ricordare che in un prelievo tranquillo non c'è "spargimento di sangue". Oltretutto si può voltare anche lo sguardo ed in ogni caso il tubicino di collegamento del sangue alla sacca in cui scorre è opaco e non evoca alcuna immagine cruenta. La mancanza di fiducia nell'equipe sanitaria. Il personale di assistenza ha generalmente grande esperienza e preparazione adatta ad intervenire secondo necessità e all'occorrenza. C'è la paura poi di andare soggetto a lipotimie o a "svenimento". Molto spesso questo timore è legato alla considerazione di fare una "figuraccia", che abbasserebbe l'autostima. In questo caso si tratta di impartire i giusti consigli: ricordiamo un adeguato riposo sul lettino dopo la donazione, qualche decina di secondi almeno in posizione assisa per favorire il normale adattamento presso rio e un sorso d'acqua per ristabilire la perdita di liquidi avvenuta.
La paura per la propria integrità fisica. È regola generale, etica ed umana che il prelievo del sangue non debba essere in nessun caso dannoso per il donatore. La visita di ammissione, scrupolosa nell'anamnesi, rigorosa nell'esame clinico e nelle indagini strumentali, costituisce una valida garanzia. Prima di ogni prelievo si esegue regolarmente il controllo clinico e si determina il tasso di emoglobina nel sangue per escludere un eventuale sopraggiunto e sconosciuto stato di anemia. Nell'ambito delle riflessioni sulla paura per la propria salute val la pena ricordare che il materiale utilizzato per il prelievo è rigorosamente sterile, monouso, a perdere.
La paura di doversi sottoporre, dopo l'adesione all'organizzazione, a prelievi coercitivi. Così non è: l'organizzazione ha il compito oltre che il dovere di "sollecitare" ma non impone nulla. Tutto è demandato alla personale sensibilità e all'etica della responsabilità.
Un altro timore è quello dell'ambiente ospedaliero in quanto evocatore di "stato malattia". In questo caso ho più volte proposto la riflessione di provare a pensare all'ospedale come luogo fisico deputato al rimedio della malattia. Proporre un'inversione del paradigma: diventare artefici come donatori della cura delle malattie restituendo il significato profondo che gli appartiene, al dono del sangue. Un'ultima riflessione: chi supera le piccole paure che sono dentro noi stessi finisce col costruire una personalità più forte e strutturata.
E' una gran soddisfazione battere le paure!

giovedì 25 settembre 2008

Sangue sicuro...


Forse non tutti hanno ben presente che...

Sicurezza e Test Per ogni unità raccolta, sia essa di sangue intero, plasma o piastrine o altri emocomponenti; vengono infatti effettuati accertamenti di laboratorio, atti a valutarne l'idoneità a essere trasfusa, e precisamente:
Emocromo completo per lo studio di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine
Transaminasi ALT (per lo studio del fegato)
Sierodiagnosi per la lue o sifilide
HIV Ab 1-2 (per l'AIDS)
HBs Ag (per l'epatite B)
HCV Ab e ricerca di costituenti virali dell'HCV (per l'epatite C)
Controlli e determinazione del gruppo sanguigno e del fattore Rh.
Secondo le normative vigenti in campo trasfusionale infatti, nessuna unità può essere distribuita se non è stata prima testata per le evidenziabili malattie virali a oggi trasmissibili. Il donatore periodico, oltre agli esami sopra riportati, ogni anno deve essere sottoposto ai seguenti esami: creatininemia, glicemia, proteinemia, sideremia, colesterolemia, trigliceridemia, ferritinemia.
Oggi la sicurezza trasfusionale si basa su: ricorso a donatori periodici e consapevoli,esecuzione dei test disponibili per la rilevazione dei principali agenti infettivi trasmissibili,buon uso del sangue.
Inoltre va ribadito che...
Autoesclusione dalla donazione: fermo restando i controlli effettuati su ciascuna unità prelevata e l'aiuto del medico trasfusionista, vincolato dal segreto professionale, a chiarire e valutare le specifiche situazioni, è doveroso autoescludersi per chi abbia nella storia personale:
assunzione di droghe , rapporti sessuali ad alto rischio di malattie infettive trasmissibili (ad es. rapporti occasionali, a pagamento, con persone sconosciute, promiscui), epatite o ittero, malattie veneree , positività per il test della sifilide (TPHA o VDRL) , positività per il test AIDS (anti-HIV 1) , positività per il test dell'epatite B (HBsAg) , positività per il test dell'epatite C (anti-HCV) , rapporti sessuali con persone nelle condizioni incluse nell'elenco.
L'autoesclusione dalla donazione avviene senza dover dare spiegazioni a nessuno.

mercoledì 24 settembre 2008

Celebrazione S.Messa Santuario Madonna delle Spine, presenti Avis-Adas-Admo e Aido.



E' fissata per Domenica 28 Settembre alle ore 15,30 la Festa al Santuario della Madonna delle Spine, Protettrice dei Donatori, località Gramignazzo di Sissa.
Sarà presente S.E. Mons. Enrico SOLMI Vescovo di Parma, che ha accettato molto volentieri l'invito a celebrare la S. Messa.
Parteciperanno alla Liturgia anche le Associazioni: ADAS, ADMO e AIDO.
Insieme saranno ricordati tutti i Donatori defunti.
A tal proposito alleghiamo la fotografia della Madonna delle Spine,raffigurata da un autentico madonnaro della scuola di Napoli, che l'ha dipinta su tavola in occasione della Festa dell' Avis San Leonardo lo scorso 14 Settembre.

venerdì 19 settembre 2008

Settembre: tempo di Scuola e di nuovi progetti con AVIS



Settembre, ricominciano le Scuole e il coinvolgimento di AVIS all'interno di esse, al fine di sensibilizzare e preparere gli studenti a diventare domani i futuri Donatori di Sangue.

Verrà presentato in anteprima, il 26 settembre a Roma, il “Book della solidarietà”, nuovo volume di Avis Nazionale rivolto ai docenti e formatori della scuola secondaria di secondo grado.

A curare questo libro il professor Piero Cattaneo docente di pedagogia sperimentale all’Università cattolica delSacro cuore di Milano, di metodologie della progettazione educativa alla Cattolica di Piacenza e dirigente della Scuola Media Statale Griffini di Casalpusterlengo (Lodi).
Pubblichiamo parte di una sua intervista:

Professore, quali sono gli argomenti affrontati in questa terza pubblicazione?
Il book è articolato in due parti. Nella prima abbiamo raccolto contributi di esperti, alcuni dei quali hanno scritto anche nei testi precedenti. Tali interventi offrono una riflessione sul significato
di solidarietà e sulle innovazioni in atto nella scuola italiana.Nella seconda parte vengono offerti dei percorsi didattici per gli allievi di licei, istituti tecnici e professionali su tematiche legate alla generosità e al volontariato. Il “Book della solidarietà” è nato dal desiderio di predisporre uno strumento che permettesse ai ragazzi di essere destinatari di percorsi didattici funzionali, con
particolare attenzione alla prevenzione di forme di dipendenza odi bullismo che si possono verificare all’interno della scuola.Attraverso tali proposte formative, gli studenti potranno anche
acquisire dei crediti che contribuiranno al voto finale di maturità.
Oltre a lei, chi ha collaborato per la realizzazione di questo nuovo strumento operativo?
Come nei due libri precedenti, anche per questo sono stato affiancato da un gruppo di lavoro
nominato dai responsabili dell’Area scuola di Avis Nazionale. Questo team era prevalentemente costituito da docenti delle scuole superiori impegnati direttamente nel volontariato e nella promozione della donazione di sangue.
Secondo lei, come è cambiato il modo di comunicare dell’Avis nell’ambito della scuola italiana?
Quando mi sono avvicinato a questa Associazione, c’era il bisogno di aggiornare i metodi di informazione nelle scuole. I volontari che facevano sensibilizzazione negli Istituti utilizzavano linguaggi e strumenti didattici molto distanti da quelli diffusi tra i giovani. La mia proposta è stata quella di rivedere tali strategie comunicative: prima di tutto, Avis doveva rendersi conto delle innovazioni che stavano investendo la scuola italiana. Tali trasformazioni erano di diversa natura: culturale,organizzativa (in seguito all’introduzione dell’autonomia di ciascun istituto) e metodologica. Con questo spirito è nato il libro “Orientare alla cittadinanza e alla solidarietà”, che si proponeva di riqualificare e ridefinire il ruolo del personale che entrava in classe. Attraverso la sua attività, Avis non doveva fare proseliti, ma si impegnava a promuovere la cultura della generosità.
Quale ruolo, secondo il suo parere, deve ricoprire la nostra Associazione nella scuola italiana?
L’obiettivo principale non è più quello di portare i ragazzi (soprattutto del quinto anno delle superiori) a compiere la prima donazione, bensì quello di diffondere tra di loro la propensione a
compiere del bene, in modo gratuito e volontario. In ambito scolastico, è fondamentale porre i volontari Avis in contatto diretto con i docenti, i quali faranno poi da mediazione nei confronti degli studenti. Noi non dobbiamo pensare di sostituire gli insegnanti o i dirigenti scolastici, ma dobbiamo proporci come una risorsa presente sul territorio in grado di offrire un piano formativo valido e di qualità. Ho insistito molto sulla creazione, poi ottenuta, di un protocollo d’intesa con il
Ministero dell’Istruzione (ora denominato Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) che consentisse ad Avis di accedere nelle scuole e porsi come strumento di formazione e sensibilizzazione. Tutti e tre i libri a cui ho partecipato hanno ottenuto una lettera di presentazione da parte del Ministro della Pubblica Istruzione in carica e questo costituisce una valida garanzia dell’alto livello sociale ededucativo dei testi.

mercoledì 17 settembre 2008

Grazie Donatori, continuate a dare una speranza ai bambini ammalati...


a cura del Prof. Giancarlo Izzi,
Direttore U.O. complessa di
PEDIATRIA E ONCOEMATOLOGIA
Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma


Millecinquecentonovantacinque !
1595 è una cifra che fa impressione se si pensa che rappresenta le trasfusioni di sangue effettuate nell’anno 2007 nel reparto di Pediatria e Oncoematologia dell’Ospedale di Parma. Ma è anche un numero che conforta perché conferma quanto grande sia la solidarietà dei donatori di sangue verso i bambini ammalati di leucemia, tumori solidi o di malattie del sangue in genere che da tutta Italia e dall’estero vengono per cercare di ritrovare la salute e il proprio futuro. Se poi si pensa che ad ogni trasfusione corrisponde un momento di pericolo o di gravissima difficoltà per la vita di questi bambini e ragazzi si ha netta la comprensione dell’importanza della donazione di sangue.
Sarà possibile continuare anche nel futuro o donare tante speranze e tante possibilità ai bambini ammalati di Parma? Oppure dovremo ridurre il numero di trasfusioni per mancanza di sangue riducendo le possibilità di cura e di futuro per loro ?
È una eventualità che si sta profilando perché gli attuali donatori di sangue sono sempre pronti a rispondere alla chiamata, tanto è vero che i momenti di difficoltà sono stati superati di slancio con una risposta sempre pronta ed efficace. Ma è altrettanto vero che c’è la necessità ormai inderogabile di avere forze nuove che rispondono alla chiamata della donazione di sangue perché i donatori offrono generosamente il loro sangue ma ci sono limiti di legge che non è opportuno superare per il loro bene e per la sicurezza della donazione.
C'è nella nostra società una quota di egoismo, che sta crescendo e che rende più difficile vedere “l'altro” che sta al nostro fianco, ammalato, bisognoso di aiuto, soprattutto di quell’ aiuto che è la peculiarità del donatore di sangue: dare il proprio sangue, dedicare un po' del proprio tempo, offrire un momento di difficoltà personale, seppur lieve, caratterizzata dal momento del prelievo a qualcuno che non si conosce.
Dall'altro canto la nostra Società è caratterizzata da tanti momenti nei quali il senso della bontà sembra prevalere. Ci sono manifestazioni di vario genere, raccolte di fondi, manifestazioni di arte varia che vengono dedicate alla beneficenza. Sono tutti momenti estremamente importanti di aggregazione attorno ad un ideale di amicizia, di vicinanza, di condivisione di momenti sociali durante i quali ci si sente più buoni e più sereni in un'atmosfera distesa e talvolta molto piacevole.
Però gli amici dell'associazioni di donatori ci dicono che fanno sempre più fatica a trovare nuovi soci disponibili alla donazione di sangue. C'è quindi una discrepanza fra le due azioni: raccogliere fondi sembra un'attività diffusa e condivisa; donare sangue, donare qualche cosa di inimitabile e di essenziale per la vita degli altri, diventa sempre meno frequentato. Chiediamoci come mai siamo in questo momento di difficoltà. Ci sono tante spiegazioni tecniche, organizzative, sociologiche, personali di scelte di vita e di stili di vita che possono rendere difficile la donazione di sangue.
Dall'altro lato c'è una crescita sempre maggiore di richiesta di sangue perché i “miracoli” della Medicina possono essere realizzati soltanto se c'è la disponibilità certa di una qualità e una quantità di emoderivati che possano assicurare al soggetto malato la sopravvivenza durante gli interventi chirurgici più sofisticati, le situazioni di malattia più complesse e difficili, per le quali sono necessarie terapie estremamente aggressive dal punto di vista biologico e di grande impatto assistenziale.
Nella cura dei bambini ammalati di leucemie, linfomi, tumori solidi e malattie del sangue in generale sappiamo di poter contare su terapie sempre più efficaci. Oggi, i bambini che a Parma si ammalano di questo tipo di malattie possono disporre di cure che rendono possibile la guarigione completa nel 70% dei casi. Questo deriva dal fatto che possiamo applicare i più avanzati protocolli di terapia antitumorale, nazionali e internazionali, e abbiamo la tecnologia diagnostica, le competenze chirurgiche, neurochirurgiche e radioterapiche per realizzarli nel modo migliore.
Possiamo dire che oggi la diagnosi di tumore in età pediatrica non è più una diagnosi senza speranza. Anzi. La probabilità maggiore è quella di guarire completamente e tornare alla proprio vita. Ben otto bambini su dieci colpiti dalla leucemia linfatica acuta guariscono, così pure nove bambini su dieci ammalati di tumori renali o di linfoma di Hodgkin sono restituiti alla salute e al loro futuro. Sono risultati incredibilmente positivi che negli ultimi anni si sono consolidati grazie ai protocolli che applichiamo essendo un centro importante dell’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica.
Anche la malattie del sangue non di tipo oncologico, oggi sono del tutto cambiate come possibilità di cura e di guarigione. Le malattie congenite, come la talassemia e la drepanocitosi, con i regimi terapeutici possibili grazie alla disponibilità di sangue e dei suoi componenti, trattati in modo estremamente raffinato dal punto di vista della tecnologie sanitarie dal nostro Servizio Immunotrasfusionale, possiamo rendere la vita di questi ragazzi serena e praticamente uguale agli altri. Ma ciò è possibile solo perché da oltre dieci anni possiamo applicare regimi trasfusionali con trasfusioni ogni due – tre settimane.
Tutto ciò è il risultato delle continue scoperte della Scienza medica e della ricerca scientifica più sofisticata, ma nessuna di queste eccellenti terapie potrebbe essere realizzata senza la generosità dei donatore di sangue di Parma e della provincia che continuano a donare con assiduità.
Se però non si aumenta il numero dei donatori, questa continuo aumento di guarigioni dai tumori e di qualità di vita raggiunta si dovrà fermare.
Quale possibilità vogliamo offrire ai bambini di oggi e ragazzi di oggi e ai bambini di domani e ragazzi di domani di riuscire a convivere e a crescere nonostante le malattie del sangue? Quanta speranza vogliamo dare ai bambini la cui vita è stata colpita da malattie tumorali o dalla necessità di grandi interventi chirurgici, che richiedono notevoli quantità di sangue per essere affrontati?
Noi adulti non possiamo pensare soltanto agli aspetti esteriori della loro vita. Non possiamo chiudere gli occhi e credere che con i soldi si potrà risolvere tutto. Purtroppo, di fronte a queste situazioni cliniche di grandissimo impatto sulla salute dei bambini e ragazzi, solo il senso di condivisione e di solidarietà vera di qualche persona può fare qualcosa. E a queste persone mi permetto di dire: da voi dipende la vita di qualche bambino che non ha più vita. Da voi, dalla vostra disponibilità di offrire un po' del vostro tempo per eseguire gli accertamenti necessari per diventare donatori di sangue, dalla vostra sensibilità ad andare a donare nei tempi e nelle modalità previste, da voi e dal vostro animo sensibile allo sguardo di bambini senza futuro, da voi dipende la loro speranza, il loro futuro, la prospettiva di riuscire a completare un percorso di terapia complessa e difficile, che dura un anno o due anni e anche più, e che rappresenta l'unica alternativa senza la quale, purtroppo, i loro occhi, le loro speranze, il loro futuro. la loro vita verrebbe meno. Nulla serve se non il vostro decidere per loro, a favore della loro vita, per dare loro futuro. Nulla, se non il vostro sangue, il vostro atto di profondo amore verso l'uomo che soffre, null'altro può dargli queste speranze, perché la Medicina può essere impiegata solo se c’è la sicurezza di avere a disposizione quelle risorse di sangue indispensabili per far superare i momenti difficili della cura.

martedì 16 settembre 2008

In attesa di Miss AVIS 2009 ...........





Vi invitiamo Sabato 20 Settembre 2008 alle ore 22.00 al Cosmopolitan Cafè di Via Veroni (zonaVia Paradigna) .
La serata è organizzata dall’Agenzia Eventi Just Simpa e ParmaYdea.it con la partecipazione di Avis Parma; presenta la serata Roberta Lusardi.
La partecipazione di Avis Parma rientra nelle campagna informativa rivolta ai giovani per sensibilizzare la donazione di sangue e la ricerca di nuovi donatori; per questo la sezione di Avis Parma Giovani e Sport ha pensato di partecipare a questo evento per stare a contatto con la popolazione giovanile del nostro territorio.
Durante la serata verranno elette tre Miss:
Miss JustSimpa 2008, Miss Cosmopolitan 2008 e Miss ParmaYdea.it 2008.

E per i giovanissimi... nasce il MY SPACE dell'Avis di Parma !


Dopo il BLOG dei donatori arriva il MY SPACE, con l'intento di far conoscere il mondo AVIS anche ai più giovani navigatori di Internet...
Grazie a Luca Ovrezzi dell'Area Avis Giovani e Sport (nella foto) che gentilmente l'ha creato e sta accettando tutte le richieste di amicizia che arrivano dai nuovi utenti...

http://www.myspace.com/avisparma

lunedì 15 settembre 2008

Avis San Leonardo, grande novità! Si gioca a Sudoku il 4 ottobre




Regolamento:
il 4 ottobre 2008 dalle ore 14 presso la sede dell'AVIS San Leonardo in via Milano 34/A.
Quota d’iscrizione: 1 €
Numero max. di partecipanti: 60
(ammissione in ordine d’iscrizione) + 5 riserve
Età partecipanti: almeno 18 anni
4 fasi ad eliminazione diretta;
1^ fase: 60 giocatori
2^ fase: 30 giocatori
3^ fase: 20 giocatori
4^ fase: 10 giocatori
Passano alla fase successiva i concorrenti che hanno concluso lo schema in minor tempo possibile
(in numero pari a quello previsto dalla fase successiva) oppure nel tempo previsto dalla manche in corso.

Avis Pablo, festa il 20 e 21 Settembre


All' Avis Pablo il prossimo week end ce n'è per tutti i gusti : commedia dialettale, giochi per bambini, torta fritta e musica rock .... Vi aspettiamo !!

venerdì 5 settembre 2008

La "mitica" Avis San Leonardo in festa il 13 e il 14 Settembre


L'Avis San Leonardo ha organizzato il giorno 13 settembre, una giornata di festa che si svolgerà nel prato della Casa Protetta di Via Ravenna adiacente la sede. Dalle ore 16 esibizione del coro “Novecentum” (Cem Lira) e gelato+ palloncini per i bambini e la partecipazione straordinaria di Maurizio Trapelli alias “Al Dsevod .
Detta giornata sarà l’anticipo della festa d’autunno del quartiere San Leonardo alla quale l’AVIS parteciperà come partner ufficiale e sarà presente in via Trento nell’area del distributore API con un nutrito programma di intrattenimento e propaganda.

Infatti Domenica 14 c/o area distributore API sotto l’arco gonfiabile dell’AVIS, performance di un autentico madonnaro della scuola di Napoli che dipingerà su tavola la Madonna delle Spine protettrice dei donatori di sangue (dal mattino); dalle ore 15 nel laboratorio (gazebo gonfiabile) i bambini potranno esprimere la loro creatività truccati dal personale di Ludobimbo.
Accoglienza da parte di alcune ragazze gentilmente concesse dagli amici del Cortile San Martino, distribuzione di palloncini AVIS
e materiale di propaganda. VI ASPETTIAMO !!!

Rubgy Parma e Avis : una meta raggiunta










"Ogni occasione è buona per fare meta" : questo è lo slogan che il Rugby Parma propone per affiancarsi al mondo della donazione del Sangue. Il 3 Settembre, in occasione della presentazione della squadra alla cittadinanza, erano presenti in Piazza Garibaldi volontari Avis con uno stand informativo.
La prossima stagione sportiva sarà ricca di appuntamenti insieme !!

mercoledì 3 settembre 2008

Donare Sangue fa bene al cuore ...



A cura di Filippo Drago-Ordinario di farmacologia Università di Catania e Consigliere nazionale AVIS

Donare fa bene al cuore:
le risposte della scienza Correlazione tra donazione periodica di sangue e riduzione dell'incidenza di arterosclerosi e malattie ischemiche.
La legge 219/2005 (al comma 2 dell'articolo 2) definisce “volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita” la donazione del sangue umano e dei suoi componenti. La serie di aggettivi potrebbe continuare, ma essi servirebbero comunque solo a descrivere le caratteristiche della donazione in funzione del ricevente. Nessun appellativo risulterebbe, infatti, sufficientemente adeguato a descrivere il valore (oltre che morale) che la donazione di sangue riveste ed i vantaggi che essa comporta per lo stesso donatore, poiché fino ad oggi non è stata posta adeguatamente in evidenza la correlazione clinica tra donazione periodica di sangue e riduzione del rischio di malattie croniche gravi, quali quelle cardiovascolari ed il diabete di tipo insulino-dipendente.
Le prove cliniche sui donatori
In realtà, esiste una serie di prove cliniche che dimostrano l'effettiva riduzione del rischio a contrarre una malattia cardiovascolare in soggetti che eseguono almeno una donazione di sangue l'anno. La protezione nei confronti di tali affezioni deriverebbe dai ridotti livelli di ferritina tissutale, e quindi di ferro, che sono conseguenti alla donazione di sangue periodica. È noto, infatti, che le femmine sono protette dall'aterosclerosi rispetto ai maschi, in virtù dei più bassi livelli di ferro tissutale e quindi dei più bassi livelli di perossidazione lipidica. La mestruazione e la donazione volontaria nelle donne causano una perdita ematica e quindi modulano i depositi di ferro nell'organismo. I bassi livelli tissutali di ferro proteggerebbero contro la patologia aterosclerotica per effetto di una ridotta ossidazione delle lipoproteine a bassa densità associate al colesterolo.
Grande accusato: il ferro
Dal punto di vista biochimico, sembra che la deplezione (perdita, riduzione) di ferro possa alterare l'attività degli enzimi ferro-dipendenti, aumentare la capacità antiossidativa del plasma e diminuire la perossidazione lipidica di componenti plasmatiche e delle pareti vasali. A sostegno della tesi secondo cui la riduzione dei fattori di rischio è associata a bassi livelli di ferro nel sangue, studi sperimentali, clinici ed epidemiologici mostrano che alti livelli di ferro incrementano il rischio di eventi coronarici e la progressione aterosclerotica. Per esempio, esperimenti sugli animali hanno dimostrato una correlazione tra accumulo di ferro proveniente dalla dieta ed incidenza di processi aterosclerotici e di patologie ischemiche a livello cardiaco e cerebrale. Alcuni studi dimostrano come donare sangue periodicamente riduca drasticamente rischio di infarto e propensione al diabete. Nell'uomo, il ferro è un fattore pro-ossidante che può essere collegato alla progressione dell'aterosclerosi. E' stato ipotizzato che la riduzione dei depositi di ferro (come si verifica nei donatori abituali) può ridurre il rischio di ischemia coronarica. Gli studi clinici su quest'argomento non sono numerosi, ma quelli più rilevanti confermerebbero l'ipotesi suddetta. Uno di questi, per esempio, ha valutato gli effetti della donazione periodica sui depositi di ferro e sui parametri fisiologici e biochimici della funzione vascolare associate con l'aterosclerosi. I soggetti reclutati, associati della Croce Rossa Americana, sono stati sottoposti ad indagini sulla dilatazione dell'arteria brachiale, sui parametri plasmatici correlati ai depositi di ferro, ad un eventuale stato infiammatorio dei vasi, al cosiddetto “stress ossidativo”, ai fattori di rischio cardiaci. I livelli di ferritina erano significativamente più bassi nei donatori abituali rispetto a quelli dei soggetti che avevano eseguito solo donazioni di sangue episodiche. Il valore di ematocrito, tuttavia, non era differente nei due gruppi. La dilatazione dell'arteria brachiale, indotta dal flusso ematico, era maggiore nei donatori abituali rispetto ai donatori occasionali. Inoltre, i livelli di 3-nitrotirosina (parametro dello “stress ossidativo”) erano ridotti nei donatori di sangue periodici. In conclusione, un'alta frequenza di donazioni di sangue determina una riduzione dei depositi di ferro e dei parametri dello stress ossidativo, aumentando il flusso ematico arterioso. Ciò suggerisce un rapporto positivo tra frequenza delle donazioni di sangue e prevenzione di malattie cardiovascolari.
Donatori periodici: -86% rischio infarto
Un altro studio ha valutato, in modo più specifico, la relazione tra frequenza delle donazioni di sangue ed incidenza d'infarto del miocardio su
2682 soggetti. Nel periodo di osservazione, della durata di circa sei anni, è stato osservato che il rischio di infarto acuto del miocardio nei donatori abituali era dell'86% più basso di quello dei donatori episodici. Fattori quali l'anamnesi, lo stato di salute generale, lo stile di vita e le caratteristiche psico-sociali esercitavano una scarsa influenza su questo fenomeno.
Meno esposti anche al “diabete 2”, non insulino dipendente Gli epidemiologi hanno da tempo osservato che la donazione periodica di sangue è associata ad una riduzione del rischio di diabete di tipo 2 (insulino-dipendente). Alcuni studi hanno, per esempio, investigato la correlazione tra depositi di ferro e sensibilità all'insulina in donatori di sangue e soggetti che non hanno mai donato sangue. In uno studio su 181 individui maschi, è stato dimostrato che i donatori che avevano eseguito almeno due donazioni di sangue, presentavano una maggiore sensibilità all'insulina ed una riduzione della secrezione dell'ormone, rispetto agli individui non donatori. La donazione abituale di sangue è quindi associata contemporaneamente con un aumento della sensibilità all'insulina e con una riduzione dei depositi di ferro. Tali depositi sembrano influenzare negativamente l'azione dell'insulina anche in soggetti sani, e non solo in individui con patologie classicamente correlate ad un accumulo di ferro come l'emocromatosi e l'emosiderosi. Tra l'altro, quest'evidenza clinica impone alla comunità scientifica una revisione del concetto di“eccesso” applicabile ai depositi di ferro nei soggetti sani. Questi dati suggeriscono, quindi, che la donazione periodica di sangue può esercitare un'azione protettiva nei confronti di patologie croniche molto gravi.
Presto una ricerca sui donatori Avis
E' in corso la messa a punto di un progetto di studio clinico che avrà lo scopo di dimostrare questo fenomeno anche nella popolazione italiana, cioè nei donatori periodici che affieriscono all'AVIS. Se i risultati dello studio ci consentiranno di confermare l'azione protettiva della donazione di sangue periodica anche nella popolazione italiana, l'AVIS potrà vantare il conseguimento di un importante risultato scientifico che sarà certamente di vantaggio per la causa dell'autosufficienza di sangue nel nostro Paese.