Benvenuto Donatore o futuro Donatore ....


...questo è il blog dell'Avis di Parma; potete trovare informazioni su Eventi, Comunicati, Aspetti sanitari e ogni Novità che riguardano il mondo Avis e i fantastici Donatori di Sangue. Vi invitiamo a lasciare vostri commenti; sono ben accette opinioni e nuove idee... parliamoci !!


mercoledì 25 febbraio 2009

Assemblea dei Soci Avis Comunale di Parma


Sabato 28 Febbraio alle ore 14,30
presso l'Auditorium del Centro Cavagnari,
Via La Spezia 138/A,
si svolgerà l'Assemblea annuale
della Sezione Comunale di Parma.
Tutti i Soci Donatori sono
invitati.

venerdì 20 febbraio 2009

Sabato 28 febbraio, Commedia dialettale all'Avis Cortile San Martino

AVIS Cortile S. Martino organizza sabato 28 febbraio, ore 21.00, presso il teatro parrocchiale Beato Cardianal Ferrari, Piazza Picco (via Paradigna) a Parma,
"Al mort in tl'armeri"
una commedia brillante in dialetto parmigiano, in due atti, presentata dalla compagnia dialettale parmigiana "Pizoles e la Zonta". Si ricorda che l'ingresso è libero e aperto a tutti.
Per informazioni 349. 1510946.

mercoledì 18 febbraio 2009

Ancora un forte ricordo di Mario Franchini ...



Ecco la testimonianza di una persona che ha conosciuto bene Mario Franchini; si tratta del Dott. Maurizio Vescovi, che ha scritto questi ricordi nel 2000 in occasione del 35° dell’ Avis Prati Bocchi, proprio qualche mese prima della scomparsa di Mario.

"Un vecchio garage: una cantina della memoria "

“Mario, verrò qui da lei martedì sera attorno alle 9; faremo le visite agli aspiranti donatori e le visite di controllo”.
“Eh si Dottore.. Qui c’è molto da lavorare: il Gruppo Prati Bocchi ha sempre avuto molto seguito in quartiere, ma da un po’ di tempo c’è una certa flessione che mi preoccupa”.
E’ una sera del Novembre’77 verso l’imbrunire nella sede del Gruppo Avis Prati Bocchi.
Mario aveva ragione: c’era molto da fare in tutti i sensi. Il martedì sera scendevo le due rampe di scala della prima clinica medica in Via Gramsci e in un attimo ero lì, in Via Buffolara al 56/a.
Col tempo divenne una consuetudine. Ero laureato da poco. Mario, “Brontolo” per gli amici, era lì ad aspettami.
Mi avevano raccontato la leggenda dei fratelli Franchini, mitici pionieri della donazione di sangue a Parma. La saletta del vecchio garage risistemato era spesso gremita di persone; nelle sere d’inverno, da lontano, si vedeva la luce di un occhio di bottega fendere la nebbia fitta della città: c’era chi voleva misurarsi la pressione, chi doveva controllarsi periodicamente, chi doveva sottoporsi alla visita d’idoneità. Si percepivano un fermento ed un’atmosfera particolari.
“Dottor Vescovi, la prossima volta ci sarà l’elettrocardiografo!”.
“Come farà Mario.. Sa quanto costerà ? “.
“Non si preoccupi, piuttosto dica se c’è qualcos’atro che potrebbe servire per l’ambulatorio dei donatori…”.
La volta successiva trovai l’ECGrafo nuovo. Cardioline automatico. Dei più belli. Ero abituati a quelli della clinica medica: quello era il migliore che avessi mai usato.
Mario aveva mantenuto la parola. Come sempre aveva fatto con me.
Avevo colto in Mario un compiacimento particolare quella sera: gli avevo raccontato infatti che in clinica utilizzavo un ECGrafo al quale occorreva assestare due colpi con tre dita a martello per partire. E che qualche volta servivano anche due Ave Marie.
Capivo che era contento anche per me.
Intanto fiorivano le iniziative: bastava mettere in cantiere un buon progetto o una buona idea; se ne parlava in Consiglio e poi il quartiere realizzava. Mario era molto conosciuto in quella parte della città, non gli era difficile pubblicizzare le idee e concretizzarle: si trattava di finanziamenti popolari rapidissimi. Per alcuni anni quel vecchio garage che Mario, ed io con lui, voleva comprare per farci una sede “come di deve”, divenne qualcosa di diverso, qualcosa di inimitabile come quando nelle cose c’è dentro quel quid che fà da volano, che dà luce, che ti fa fare le cose quando le senti.
“Dottore, martedì prossimo, mi sono permesso di prenotare due anziani che sono venuti ad abitare qui da poco e non hanno ancora il medico per controllarsi la pressione: lo so che non diventeranno donatori, ma l’AVIS è così!”.
“Mario, và bene, quello che fà lei va bene”.
In effetti Mario aveva donato più di 200 volte: poteva veramente dire la sua, poteva anche chiamare qualcuno senza assistenza sanitaria a utilizzare quello che col tempo divenne una specie di servizio pubblico sui generis: con una flessibilità d’intervento a dir poco curiosa.
E senza lista d’attese, la riposta era immediata.
Mario credeva nell’AVIS come luogo aperto, come luogo ideale per chi voleva fare del volontariato per davvero donando il proprio sangue.
Poi era bello sentirsi in un vero cantiere di idee, progetti, di sogni e parteciparvi.
Mario mi raccontava di tanto in tanto di qualche sua donazione in emergenza,come quella volta che fu letteralmente prelevato al termine del turno di facchino mentre stava recandosi a fare un bagno ristoratore ai Pubblici di Via Saffi: non ci pensò un attimo, sporco di carbone, via a donare il proprio sangue !
E contemporaneamente a scrivere una di quelle pagine di ordinario eroismo che hanno fatto grande l’AVIS a Parma...

lunedì 16 febbraio 2009

143.....


.... sono le donazioni che GIORGIO PAGLIARI ha fatto dal 1973 al 2008 e non è ancora finita.
Nato a Parma il 5.10.1950, Pagliari ha una passione per il tennis che pratica dall’età di 14 anni con soddisfazioni di non poco conto, vantando anche un titolo provinciale.
Più che mai convinto dell’importanza dello sport come scuola di vita, "dall’ adolescenza alla maturità, dice Pagliari, lo sport insegna il rispetto delle regole, dell’avversario, insegna a vincere ma soprattutto a perdere. Inoltre lo sport è importante per i giovani perché aiuta a socializzare, oltre che a mantenersi sani".
Dopo il diploma di maturità classica, Giorgio Pagliari si è laureato in Giurisprudenza con 110 e lode all’Università di Parma e attualmente svolge la professione di Avvocato e Docente di Diritto Amministrativo e Urbanistico presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma.
Ha iniziato a donare nel 1973, all’età di 22 anni, quando la sede dell’Avis Comunale era in Via
D’Azeglio e ancora a Parma non si era raggiunta l’autosufficienza di sangue;
a quei tempi l’entusiasmo attorno ai nascenti gruppi Avis era davvero grande.
Feci gli esami di idoneità senza dirlo a mia madre, racconta, per non farla preoccupare, perchè a quei tempi donare sangue non era ancora un atto normale e diffuso come oggi.
Da allora, con incredibile regolarità e naturalezza, ha mantenuto la frequenza di 4 donazioni annue. Di questo non si è mai vantato, anzi non nasconde di avere provato un certo imbarazzo a ricevere un premio per la centesima donazione da parte del gruppo Avis Volturno al quale è iscritto e con lo spirito umile e anonimo che contraddistingue i donatori di sangue, ha acconsentito, su nostra richiesta, a rilasciarci questa intervista, come utile testimonianza per i giovani.
Proprio sui giovani l’Avis indirizza le risorse alla ricerca di nuovi donatori, che purtroppo si dimostrano meno costanti e motivati di coloro che lentamente cessano l’attività.
Giorgio Pagliari, come docente universitario ha anche esperienza con i giovani che dovranno affrontare questo difficile periodo di crisi economica e sociale.
"Con i giovani, racconta, è sempre più fondamentale il contatto e la comunicazione diretta ed una grande capacità di ascolto, alla quale ormai non sono più abituati perché nessuno ha più tempo per gli altri. Sicuramente i giovani sono meno disponibili al sacrificio e sono più insicuri, perché educati e cresciuti senza i valori e le testimonianze dirette che i loro genitori hanno ricevuto a suo tempo".
Proprio la testimonianza diretta, secondo Pagliari, è il miglior modo di trasmettere la solidarietà e l’altruismo, caratteristiche intrinseche della Donazione di Sangue.
Infine invita l’Associazione Avis a continuare la mission volta al reperimento di nuovi donatori, cercando di fornire più informazioni possibili a chi ancora non ne fa parte; i futuri donatori devono essere a conoscenza di tutto per vincere le ingiustificate paure o i dubbi.
Ringraziamo il Professore per questa piacevole e interessante chiacchierata, ma come dicevamo prima non tiene a mettersi in mostra per l’attività di donatore, sostiene solo di essere stato fortunato in quanto ha raggiunto questi numeri perché la salute gliel’ha sempre permesso…questo a testimonianza che donare fa bene ancor prima a sé stessi.

sabato 14 febbraio 2009

Se 100 vi sembrano poche....c'è chi è arrivato a 200 !


Inizia oggi una serie di "testimonianze" di donatori che hanno compiuto più di 100 donazioni di sangue.

Per questioni pratiche si è deciso di inserire inquesta serie di testimonianze solo i donatori ancora in vita, perchè risulta difficile per i defunti rintracciare i parenti o coloro che potessero autorizzare una pubblicazione o fornire una testimonianza adeguata allo scopo senza sminuirne i contenuti, oltre che fornire documenti fotografici ecc.
Il primo ad uscire è stata una persona purtroppo defunta, ma della quale abbiamo avuto la possibilità di ottenere facilmente quanto necessario essendo stato in assoluto il donatore più attivo in fatto di donazioni.
Siamo comunque sempre disponibili a pubblicare qualsiasi testimonianza di donatori anche scomparsi se venisse richiesto ed autorizzato dai propri cari.

Non si può non partire da MARIO FRANCHINI, purtroppo scomparso il 16.12.200.

Nato a Parma il 26.05.1927, ha lavorato allo Scalo Merci con la cooperativa "La piccola velocità" ed è stato anche bidello all'Istituto Rondani di Viale dei Mille. Fondatore di diverse Sezioni della Provincia di Parma (insieme al compianto Dott. Walter Torsiglieri) e di numerosi Gruppi zonali cittadini, è stato uno dei pionieri del gruppo Avis Santa Maria della Pace, poi denominato Prati Bocchi nel 1965 (ed ora Pablo), assumendone la presidenza per vari mandati. Si contano circa 220 donazioni tra donazioni dirette o meglio "braccio a braccio" e flaconi, ma se si pensa che a quei tempi forse non erano tutte conteggiate, potrebbero essere ben di più; un numero che poche persone in Italia possono vantare.
Mario Franchini è diventato donatore all'età di 20 anni, la sua è stata una storica famiglia di donatori. Oltre a 2 fratelli deceduti in guerra, il fratello Enzo ha compiuto circa 200 donazioni (negli ambienti cittadini Mario ed Enzo venivano chiamati "I du brassè") e il fratello Giovanni oltre 50.
Lo rintracciavano anche quando passava le ore del suo tempo libero insieme ai suoi amici, e per questo è stato premiato oltre che con tutte le benemerenze riconosciute dallo Statuto, anche con medaglia d'oro per meriti particolare nel 1968, così come il fratello Enzo sempre nello stesso anno.
Nel 1975 viene insignito del Cavalierato della Repubblica Italiana al merito sociale.
Lo spirito di solidarietà e altruismo continua da sempre con la figlia Ombretta, impiegata e volontaria dell' Avis di Parma, così come con i nipoti, tutti donatori di sangue come la tradizione comanda !
(nella foto i fratelli Franchini, Mario l'ultimo sulla destra ed Enzo con la cravatta )