Sangue "vecchio" che fa male ? Una ricerca non attendibile
Una notizia relativa al sangue è apparsa a maggio scorso sulla stampa nazionale ed internazionale, suscitando parecchia attenzione e allarme. Il Corriere della Sera dell’11 magggio riportava uno studio americano, pubblicato sul New England Journal of Medicine, che affermava come, secondo quei ricercatori, i globuli rossi più “vecchi” di due settimane sarebbero stati addirittura dannosi per alcuni pazienti.
Sull’argomento abbiamo interpellato direttamente il dottor Giuseppe Aprili, presidente Simti.
“Una notizia che è priva di ogni fondamento - afferma Aprili - così come è inattendibile la ricerca. Una ricerca che è stata praticamente “smontata” pezzo per pezzo nel recente congresso mondiale dei trasfusionisti a Macao.
È infatti una ricerca retrospettiva, ristretta e non randomizzata.
I globuli rossi vicini alla scadenza (42 giorni) è assodato impiegano un po’ di più per attivarsi e fare il proprio “mestiere”, cioé trasportare l’ossigeno, ma assolutamente è da escludere che possano essere dannosi. Anzi”. “E poi - fa eco Giuliano Grazzini - oltre a giungere a scadenza solo una infinitesima parte del sangue raccolto in Italia (la cosiddetta “scorta di sicurezza”, ndr), si
può tranquillamente affermare che il livello di competenza della medicina trasfusionale italiana è ai massimi livelli”.
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