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mercoledì 17 settembre 2008

Grazie Donatori, continuate a dare una speranza ai bambini ammalati...


a cura del Prof. Giancarlo Izzi,
Direttore U.O. complessa di
PEDIATRIA E ONCOEMATOLOGIA
Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma


Millecinquecentonovantacinque !
1595 è una cifra che fa impressione se si pensa che rappresenta le trasfusioni di sangue effettuate nell’anno 2007 nel reparto di Pediatria e Oncoematologia dell’Ospedale di Parma. Ma è anche un numero che conforta perché conferma quanto grande sia la solidarietà dei donatori di sangue verso i bambini ammalati di leucemia, tumori solidi o di malattie del sangue in genere che da tutta Italia e dall’estero vengono per cercare di ritrovare la salute e il proprio futuro. Se poi si pensa che ad ogni trasfusione corrisponde un momento di pericolo o di gravissima difficoltà per la vita di questi bambini e ragazzi si ha netta la comprensione dell’importanza della donazione di sangue.
Sarà possibile continuare anche nel futuro o donare tante speranze e tante possibilità ai bambini ammalati di Parma? Oppure dovremo ridurre il numero di trasfusioni per mancanza di sangue riducendo le possibilità di cura e di futuro per loro ?
È una eventualità che si sta profilando perché gli attuali donatori di sangue sono sempre pronti a rispondere alla chiamata, tanto è vero che i momenti di difficoltà sono stati superati di slancio con una risposta sempre pronta ed efficace. Ma è altrettanto vero che c’è la necessità ormai inderogabile di avere forze nuove che rispondono alla chiamata della donazione di sangue perché i donatori offrono generosamente il loro sangue ma ci sono limiti di legge che non è opportuno superare per il loro bene e per la sicurezza della donazione.
C'è nella nostra società una quota di egoismo, che sta crescendo e che rende più difficile vedere “l'altro” che sta al nostro fianco, ammalato, bisognoso di aiuto, soprattutto di quell’ aiuto che è la peculiarità del donatore di sangue: dare il proprio sangue, dedicare un po' del proprio tempo, offrire un momento di difficoltà personale, seppur lieve, caratterizzata dal momento del prelievo a qualcuno che non si conosce.
Dall'altro canto la nostra Società è caratterizzata da tanti momenti nei quali il senso della bontà sembra prevalere. Ci sono manifestazioni di vario genere, raccolte di fondi, manifestazioni di arte varia che vengono dedicate alla beneficenza. Sono tutti momenti estremamente importanti di aggregazione attorno ad un ideale di amicizia, di vicinanza, di condivisione di momenti sociali durante i quali ci si sente più buoni e più sereni in un'atmosfera distesa e talvolta molto piacevole.
Però gli amici dell'associazioni di donatori ci dicono che fanno sempre più fatica a trovare nuovi soci disponibili alla donazione di sangue. C'è quindi una discrepanza fra le due azioni: raccogliere fondi sembra un'attività diffusa e condivisa; donare sangue, donare qualche cosa di inimitabile e di essenziale per la vita degli altri, diventa sempre meno frequentato. Chiediamoci come mai siamo in questo momento di difficoltà. Ci sono tante spiegazioni tecniche, organizzative, sociologiche, personali di scelte di vita e di stili di vita che possono rendere difficile la donazione di sangue.
Dall'altro lato c'è una crescita sempre maggiore di richiesta di sangue perché i “miracoli” della Medicina possono essere realizzati soltanto se c'è la disponibilità certa di una qualità e una quantità di emoderivati che possano assicurare al soggetto malato la sopravvivenza durante gli interventi chirurgici più sofisticati, le situazioni di malattia più complesse e difficili, per le quali sono necessarie terapie estremamente aggressive dal punto di vista biologico e di grande impatto assistenziale.
Nella cura dei bambini ammalati di leucemie, linfomi, tumori solidi e malattie del sangue in generale sappiamo di poter contare su terapie sempre più efficaci. Oggi, i bambini che a Parma si ammalano di questo tipo di malattie possono disporre di cure che rendono possibile la guarigione completa nel 70% dei casi. Questo deriva dal fatto che possiamo applicare i più avanzati protocolli di terapia antitumorale, nazionali e internazionali, e abbiamo la tecnologia diagnostica, le competenze chirurgiche, neurochirurgiche e radioterapiche per realizzarli nel modo migliore.
Possiamo dire che oggi la diagnosi di tumore in età pediatrica non è più una diagnosi senza speranza. Anzi. La probabilità maggiore è quella di guarire completamente e tornare alla proprio vita. Ben otto bambini su dieci colpiti dalla leucemia linfatica acuta guariscono, così pure nove bambini su dieci ammalati di tumori renali o di linfoma di Hodgkin sono restituiti alla salute e al loro futuro. Sono risultati incredibilmente positivi che negli ultimi anni si sono consolidati grazie ai protocolli che applichiamo essendo un centro importante dell’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica.
Anche la malattie del sangue non di tipo oncologico, oggi sono del tutto cambiate come possibilità di cura e di guarigione. Le malattie congenite, come la talassemia e la drepanocitosi, con i regimi terapeutici possibili grazie alla disponibilità di sangue e dei suoi componenti, trattati in modo estremamente raffinato dal punto di vista della tecnologie sanitarie dal nostro Servizio Immunotrasfusionale, possiamo rendere la vita di questi ragazzi serena e praticamente uguale agli altri. Ma ciò è possibile solo perché da oltre dieci anni possiamo applicare regimi trasfusionali con trasfusioni ogni due – tre settimane.
Tutto ciò è il risultato delle continue scoperte della Scienza medica e della ricerca scientifica più sofisticata, ma nessuna di queste eccellenti terapie potrebbe essere realizzata senza la generosità dei donatore di sangue di Parma e della provincia che continuano a donare con assiduità.
Se però non si aumenta il numero dei donatori, questa continuo aumento di guarigioni dai tumori e di qualità di vita raggiunta si dovrà fermare.
Quale possibilità vogliamo offrire ai bambini di oggi e ragazzi di oggi e ai bambini di domani e ragazzi di domani di riuscire a convivere e a crescere nonostante le malattie del sangue? Quanta speranza vogliamo dare ai bambini la cui vita è stata colpita da malattie tumorali o dalla necessità di grandi interventi chirurgici, che richiedono notevoli quantità di sangue per essere affrontati?
Noi adulti non possiamo pensare soltanto agli aspetti esteriori della loro vita. Non possiamo chiudere gli occhi e credere che con i soldi si potrà risolvere tutto. Purtroppo, di fronte a queste situazioni cliniche di grandissimo impatto sulla salute dei bambini e ragazzi, solo il senso di condivisione e di solidarietà vera di qualche persona può fare qualcosa. E a queste persone mi permetto di dire: da voi dipende la vita di qualche bambino che non ha più vita. Da voi, dalla vostra disponibilità di offrire un po' del vostro tempo per eseguire gli accertamenti necessari per diventare donatori di sangue, dalla vostra sensibilità ad andare a donare nei tempi e nelle modalità previste, da voi e dal vostro animo sensibile allo sguardo di bambini senza futuro, da voi dipende la loro speranza, il loro futuro, la prospettiva di riuscire a completare un percorso di terapia complessa e difficile, che dura un anno o due anni e anche più, e che rappresenta l'unica alternativa senza la quale, purtroppo, i loro occhi, le loro speranze, il loro futuro. la loro vita verrebbe meno. Nulla serve se non il vostro decidere per loro, a favore della loro vita, per dare loro futuro. Nulla, se non il vostro sangue, il vostro atto di profondo amore verso l'uomo che soffre, null'altro può dargli queste speranze, perché la Medicina può essere impiegata solo se c’è la sicurezza di avere a disposizione quelle risorse di sangue indispensabili per far superare i momenti difficili della cura.

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